Transiti

“Transiti”, rappresenta una silloge dell’opera, e bene illustra e ci fa comprendere il suo modo di vedere ed il suo linguaggio fotografico.

Si tratta di una raccolta di immagini in bianco e nero che vanno dal 2001 ad oggi, dal periodo in cui Sandro Bonaldo utilizzava ancora la tecnica analogica, a quello attuale in cui predilige l’uso del digitale. L’idea di questo progetto nasce quindi molti anni fa; nel tempo trascorso è cresciuto e si è sviluppato in ragione di una tematica evidentemente a lui cara e profondamente sentita: l’identità umana, il dilemma escatologico. Per questo motivo, il fatto che abbia trovato una “forma” in questo momento non ci fa comunque escludere che il progetto possa continuare a svilupparsi e crescere nel tempo a venire finanche a riprendere forma, articolato in maniera diversa ed evoluto, in un’altra mostra fotografica a venire.

Nonostante il lungo tempo di “incubazione” e lo “scarto temporale” che intercorre tra le immagini che la compongono, ciò che più colpisce dell’opera nel suo insieme è proprio la riconoscibilità della “cifra espressiva” di Sandro Bonaldo; una cifra che ha sempre caratterizzato e caratterizza sino ad oggi il suo modo di “vedere” ed interpretare il “visivo”. Appunto un linguaggio “visivo” radicato profondamente nella fotografia e nel cinema più che nelle arti grafiche e pittoriche (anche se tutt’altro che privo di elementi artistici), caratteristica questa che ne fa un “purista” nella tecnica fotografica. La ricerca della presenza umana (anche solo descritta in forma di ombra, silhouette, profilo), la relazione di questa con l’immaginario di Sandro Bonaldo, si esplica attraverso una costruzione compositiva equilibrata nei “pesi” del rappresentato, in un bianco e nero forte, a volte drammatico, a volte ironico, sempre in grado di trattenere lo sguardo dello spettatore in una riflessione davanti ad ogni singola immagine.

Alessandro Angeli



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